lunedì 1 ottobre 2018

Anche i Ravens banchettano all'Heinz Field


Pittsburgh sceglie il peggior momento per condensare tutte le difficoltà fin qui mostrate in stagione e proporle tutte insieme nel Sunday Night contro i Ravens.
Si parte con quella che ormai è una prerogativa, il rendere in salita la gara casalinga, anche ieri subito svantaggio di due td in avvio di match. Come con i Chiefs c’è stata anche l forza di rimontare e tornare in gara ma qui sono arrivato due tormentoni della stagione di Pittsburgh. Flag snervanti, per tutte basti pensare a quella su un terzo e lungo per 12 uomini in campo in difesa, e l’incapacità di produrre attacco nel secondo tempo come con Tampa.
Urge trovare una maggior continuità ed una miglior preparazione delle situazioni cui ci si trova di fronte. Non è spiegabile infatti come una squadra che nei primi quarti ha un parziale di 42-6 per gli avversari, tramuti tutto spalle al muro in un 66-3 nel secondo quarto.
Lascia basiti anche un attacco che chiude un incontro che a conti fatti era a portata nonostante le difficoltà con un terrificante 2/12 nei terzi down.
Quando l’attacco non gira servirebbe il big play della difesa, questo però non arriva contro i Ravens che vincono meritatamente 26-14. I Ravens nel secondo tempo tengono il possesso per 13 minuti più dei padroni d casa nella ripresa, Pittsburgh chiude il secondo tempo con 23 azioni in 6 possessi, nessuno dei quali più lungo di 2:42.
Pittsburgh ora dovrà rispondere con personalità, uno scivolone interno contro i Falcons comprometterebbe una stagione che vede raggiungibili i play off solo vincendo la division, e in due scontri contro i rivali è arrivato un poco edificante record di 0-1-1.
La ricetta pare semplice quanto poco dietro l’angolo, ricostruire un gioco di corsa che non metta la gara solo sulle spalle di Roethlisberger e ritrovare quella confidenza nel gioco aereo che da punto di forza è divenuto l’assente misterioso. Raramente in carriera abbiamo visto così spesso Big Ben ed Antonio Brown così poco “on the same page”. Sul lato difensivo delle gare parte tutto dalla linea, se il front seven non è un fattore non c’è secondaria che tenga.



Nessun commento:

Posta un commento