venerdì 23 giugno 2017

La stagione persa di Jerald Hawkins è stata un bene

Jerald Hawkins non smette mai di sorridere. Nemmeno dopo un allenamento al minicamp in cui ha dovuto lottare con la prima scelta del draft di quest’anno. Il sorriso non sparisce nemmeno quando discute sulle difficoltà che potrebbe incontrare per rientrare nel roster dei 53.
Non ha neppure problemi a ricordare d’aver passato la sua prima stagione nella lega in lista infortunati, la sua espressione non cambia. «Ho sempre un sorriso sul volto- dichiara infatti- preferisco essere sempre sorridente». Questo rende affabile l’offensive takle, anzi l’unico momento in cui non pare un grosso orsacchiotto è sul campo quando ingaggia un match con T.J. Watt al termine d’un allenamento undici contro undici.
«Basta qualche spinta di troppo ma è un momento- commenta Hawkins- qualche volta nel football capita. Ma sappiamo d’essere compagni quindi ci stringiamo la mano e c’abbracciamo» e sul suo volto torna il sorriso.
Il prodotto di Lsu aveva molti motivi per sorridere dopo le prime due settimane del training camp a St.Vincent dello scorso anno. Era stato scelto da Pittsburgh al quarto giro, arrivava da tre anni da titolare, i primi responsi della sua nuova squadra erano positivi. Poi però è arrivato l’infortunio alla spalla nella prima gara di preseason e la sua stagione è finita.
Hawkins così ha passato una sostanziale stagione da redshirt, non ha visto il campo ma non è stato lanciato nella mischia prima del dovuto. «Credo sia stato un vantaggio- sentenzia- inizialmente mi sentivo inutile. Poi però ho capito che potevo imparare diversi aspetti del gioco, dalla difesa agli schemi. Soprattutto con i ragazzi più vecchi della linea offensiva. Potevo imparare e immagazzinare i loro consigli».
Il giocatore ha passato la sua estate sotto il controllo di sue ex uomini di linea, anche loro prodotti di Lsu, Kevin Mawae e Todd McClure. Ha anche modellato il fisico, si presenta infatti leggermente più leggero e più definito dello scorso anno. «Mi sento più snello e più in condizione».
Pittsburgh ha attualmente due starters inamovibili come Marcus Gilbert ed Alejandro Villanueva. Il taglio del veterano Ryan Harris apre però gli scenari per i possibili backup.
Il più quotato è Chris Hubbard, ufficialmente riportato come centro/guardia. Matt Feiler è  Pittsburgh da quasi due ma è stato nel roster dei 53 solo dieci giorni, senza per altro vedere il campo. Brian Mihalik ha invece fatto parte dei 53 gli ultimi tre mesi della scorsa stagione, anche lui però da spettatore.

Hawkins ha così la possibilità di scalare in fretta la graduatoria del coaching staff e, se il rinnovo di contratto di Villanueva saltasse, potrebbe avere chissà una chance nel 2018.

mercoledì 21 giugno 2017

Ben Roethlisberger convinto del rientro di Martavis Bryant

Domenica l’annuale football camp di Ben Roethlisberger è stata anche un’occasione per avere qualche news dal qb di Pittsburgh dopo la conclusione degli OTAs.
Si parla ovviamente del rientro di Martavis Bryant, un’arma che potrebbe fare molto comodo all’attacco degli Steelers. «Bene- ha dichiarato Ben- ha imparato un paio di cose che abbiamo aggiunto lo scorso anno e che non sapeva, ha recuperato qualche cosa di vecchio che avevamo già fatto. Sembrava uno studente, come sempre, così siamo entusiasti d’averlo in campo quest’anno a darci una mano».
Roethlisberger condivide la fiducia che la franchigia ha riposto nel ricevitore. «Penso abbia provato che potrà essere con noi tutto l’anno. Noi abbiamo bisogno di lui tutto l’anno, penso sia importante per noi».
Al rientro di Bryant va anche aggiunto l’arrivo via draft di JuJu Smith-Schuster. E dopo il primo mese di lavoro con il rookie il suo nuovo qb ha dichiarato «ovviamente eravamo in t-shirts e casco quindi è un po’ presto ma quello che ho visto era buono. Mi piace il suo potenziale. Ha un gran gruppo di ragazzi da cui imparare. Qaundo hai Antonio Brown in spogliatoio ed in campo impari certe cose, e io sono entusiasta di quello che potenzialmente potrà darci».
È il miglior gruppo di ricevitori che Roethlisberger ha mai avuto? Risponde il diretto interessato. «Abbiamo tante armi. So che avere Antonio Brown è avere uno dei migliori con cui giocherai quindi qualsiasi cosa ci aggiungi è positivo».
Basterà per prendere il posto di New England? «senza offesa per i campioni ma io penso a Cleveland, è quella la nostra prima gara. Non puoi pensare alla passata stagione, non puoi pensare a week 12,13,14,15,16 e playoff. Devi pensare a week 1 e week 1 è Cleveland. Una gara tra rivali divisionali. E prima di tutto questo dobbiamo pensare a noi stessi, al training camp e a farci trovare pronti. Dobbiamo essere il meglio che possiamo questo si tramuterà in belle cose in campo».

domenica 11 giugno 2017

Mihalik il nuovo Villanueva?

Chi è il giocatore di oltre due metri per più di 136 kg, entrato in Nfl come defensive lineman per gli Eagles e diventato uomo di linea d’attacco a Pittaburgh? No, non c’è solo Alejandro Villanueva, lo stesso percorso lo sta facendo Brian Mihalik (nella foto proprio con Villanueva).
La sua storia non è paragonabile ma non è molto distante. La scorsa primavera al rookie minicamp s’è trovato a fare le prime ripetute in vita sua nel nuovo ruolo. Nonostante il taglio al termine del camp è però arrivata la firma a metà stagione per il roster dei 53 dopo che l’inserimento di Ryan Harris in injured reserve. Già una discreta impresa per un giocatore senza esperienza per il ruolo, lui che aveva giocato tight end solo in high school ma niente a che vedere con la tecnica richiesta in offensive line.
Mihalik ha dichiarato che poter stare vicino a Villanueva la passata stagione è stato qualcosa di impagabile. «Mi ha veramente aiutato- racconta- mi ha spiegato cos'ha imparato a livello tecnico, già solo a livello di posizionamento visto che la nostra altezza che fa giocare in maniera leggermente diversa. Come anche il posizionamento delle mani che cambia molto da defensive line a linea d’attacco. Lui ha dovuto fare le stesse cose. È paio d’anni di esperienza in più, ed è un bene. Mi può raccontare tutti i trucchi che ha imparato nel tempo».
Mihalik è cresciuto a Cleveland, nonostante la stazza non è stato reclutato da Ohio State, gioca così in linea di difesa per Boston College. Nonostante gli fosse già stata paventata la possibilità di trovare spazio in un ruolo nella offense i suoi coach non esplorarono mai questa opzione nei suoi quattro anni collegiali.
Si trova così ora a doverlo fare da professionista.
«Una volta entrato nella difesa di Boston College non è mai sembrato il caso di provare un cambiamento così drastico. Puoi sempre guardarti indietro ma sono contento di avere oggi quest’opportunità».
Di certo Pittsburgh crede nel giocatore, nessuno sarebbe a roster nella seconda parte della stagione se non ci fosse fiducia da parte dello staff. Nonostante non abbia mai visto il campo è stato un momento importante per la crescita del giocatore. «È stato importante viaggiare con la squadra, essere ai meeting e guardare la preparazione pre partita. Era come essere un passo dopo la practice squad. Non ho mai giocato ma se mi hanno richiamato significa che hanno fiducia in quello che avrei potuto dare in campo».
Non sarà facile per Mihalik entrare nei 53, davanti a lui infatti ci sono i titolari Villanueva e Marcus Gilbert, con poi il rientrante Jerald Hawkins, la scorsa stagione in injured reserve, e Chris Hubbard. Tutti davanti a lui in depth chart.
Rimane aperta la possibilità della practice squad, Villanueva ci passò tutta la stagione 2014 prima di entrare a roster l’anno seguente. Poi l’infortunio in week 7 di Kelvin Beachum gli consentì di diventare titolare.
«Penso che la sua storia mi dia più fiducia- conclude il giocatore- so che non è qualcosa di impossibile. Sapere che qualcuno l’ha già fatto, ti aiuta un po’.

mercoledì 7 giugno 2017

Nessun hold out per Bell

Le’Veon Bell ha saltato le prime due settimane di OTA’s (organized team activities) in quello che potrebbe sembrare un hold out in attesa del contratto che un runningback del suo potenziale si aspetta.
In realtà Bell ha fatto visita ai compagni giovedì, ed il responso è che va tutto bene è solo il recupero dall’intervento chirurgico all’inguine a tenerlo lontano dal campo d’allenamento. Pittsburgh non ha fretta, l’unico obbiettivo è di avere il giocatore pienamente recuperato per l’inizio del training camp.
L’intento della franchigia è di firmare dopo Ben Roethlisberger e Antonio Brown anche la terza punta dell’offense di Todd Haley. La volontà di entrambe le parti è di trovare un accordo vedremo se la cosa avverrà e a quali cifre, di certo il fatto che Bell non stia lontano da Pittsburgh è un bel segnale.

Shazier «questo può essere il mio anno»

In un’intervista post OTA’s Ryan Shazier s’è soffermato sulle aspettative di quella che sarà la sua quarta stagione in Nfl.
A chi gli chiedeva cosa ne pensasse del parere di molti che lo vedrebbero tra i top linebackers della lega senza problemi fisici ha commentato «Onestamente è una delle cose che dà più fastidio, perché nessuno s’infortuna apposta. So di avere le capacità per essere uno dei migliori linebacker della Nfl, voglio fare solo tutto il possibile per restare sano. Fare quello di cui sono capace per la squadra perché mi sento veramente uno dei migliori nel ruolo».
Nei primi tre anni da professionista sono state quattordici le gare saltate da Shazier. Poco da dire sul suo apporto in campo, sempre impeccabile anche nei play off.
La fiducia che gli Steelers ripongono nell’ex Ohio state è noto e confermato dall’opzione esercitata per prolungare d’un anno il suo contratto da rookie lo scorso aprile. Shazier affronterà la sua prima stagione senza il veterano Lawrence Timmons al fianco. «È leggermente diverso. È un ragazzo che era stato qui tutte e tre le mie prime stagioni, è stato a Pittsburgh per nove anni quindi un po’ di differenza c’è. Ma io e Vince (Willliams) abbiamo una grande relazione, siamo grandi amici, ci frequentiamo anche fuori dal campo di gioco, guardiamo un sacco di filmati per preparare le gare, ognuno conosce la famiglia dell’altro. Così mi aspetto che nel suo subentrare farà bene».
Williams ha 17 gare da titolare collezionate nei suoi quattro anni a Pittsburgh, non poche considerate che l’altro inside linebacker non ha mai saltato una gara dall’arrivo dei due attuali starter a roster.
Shazier l’ultimo anno ha fatto registrare 87 tackles con il solo Timmons a superarlo in produzione.

«In definitiva sento che questo potrà essere il mio anno- conclude Shazier- penso di poter essere un giocatore top nel ruolo. Devo solo dimostrarlo a tutti e stare bene per migliorare ogni giorni».