lunedì 30 ottobre 2017

Juju e goal line stand bastano in quel di Detroit. Pittsburgh vince 20-15

L’attacco in redzone continua a dimostrarsi balbettante? Ci pensa la difesa che con tre goal line stand e zero td concessi regala a Detroit la terza vittoria consecutiva e mantiene Pittsburgh  sul trono dell'Afc.
Per la verità qualcosa di memorabile, anzi da libri di storia, lo fa anche il reparto guidato da Ben Roethlisberger che sigla un td da 97 yards trovando un sontuoso JuJu Smith-Schuster (nlla foto) e fissando il nuovo record di franchigia.
È proprio il rookie l’uomo in copertina dopo la gara die ieri notte, vitali per il conseguimento della W le sue 7 ricezioni per 193 yards. Bell infatti si ferma a 76 yards su 25 portate siglando un td ma macchiando la sua prova con un insolito fumble.
Gara sempre tiratissima ed in balia degli eventi, Pittsburgh ha da recriminare, oltre che per il fumble già citato, per un drop in endzone sul drive iniziale di Eli Rogers e per un lancio impreciso di Roethlisberger per Darrius Heyward-Bey che costa un altro td.
La gara sta tutta quindi nella prova mostruosa della nostra difesa con le spalle al muro. Dopo aver bloccato un primo 4&1, ne forzano un altro ad inizio del quarto finale. Padroni di casa che optano per il calcio di Prater e si trovano a rincorrere 20-15 a 12:54 dal termine. Qui arriva però un vero regalo da parte di Golden Tate che perde la palla sulle 24 di Pittsburgh, fumble ricoperto da Artie Burns, vanificando un drive molto pericoloso.
L’attacco di Pittsburgh ha però finito le cartucce e riconsegna l’ovale a Stafford sulle sue 15 yards con 4:55 sul cronometro. Puntuale arriva il big play su Eric Ebron che corre 44 yards e trascina i suoi sulle 11 yards di Pittsburgh. Arrivati fino alle 6 dopo i primi due down ne perdono 2 correndo sul terzo, il cruciale quarto vede la pressione centrale di Javon Hargrave che costringe Stafford a forzare un improbabile passaggio che risulta incompleto.
È così che i 20 punti siglati dopo td di Juju bastano per uscire da Detroit con la vittoria. Accade su un 3&9 dalle proprie 3 sul finire di terzo quarto, palla centrale per il rookie che riceve sulle 28 elude il disperato tentativo di takle del cornerback e s’invola verso il touchdown.
Passando all'analisi dei vari reparti, ottima la prova di Big Ben nonostante l’intercetto lanciato in avvio. Importante contributo della coppia Brown- Juju in attesa di capira come finirà la vicenda Bryant e sperando di riavere un apporto da Eli Roger. Meno bene le corse con Bell che in quella più produttiva non supera le 8 yards. Linea d’attacco che paga il non creare i giusti buchi per il gioco di corsa ma non concede un sack per la seconda gara di fila. In difesa importantissima la prova di linea che limita le corse di Detroit, non hanno un runningback da 100 yards da 58 gare e ci sarà un motivo, male invece i linebacker con Dupree e Watt incapaci di trovare il modo d’avvicinarsi a Stafford. Le secondarie hanno sulla coscienza, anche a causa della mancanza di pressione, 420 yards concesse con otto completi da 23 yards o più.


giovedì 26 ottobre 2017

Martavis Bryant non sarà della gara a Detroit

Ci si aspettava un intervento da parte di Mike Tomlin sulla vicenda Martavis Bryant ed è arrivato, e punitivo. Il ricevitore non scenderà in campo nella gara con Detroit.
Ieri il giocatore s’è allenato con lo con lo scout team contro la difesa titolare. «Non giocherò domenica- ha dichiarato ai reporter al termine della seduta- non ci diventerò pazzo. È così».
Nessun rimorso per quanto fatto, nemmeno sulle critiche a Juju Smith. «Non è come è stata raccontata. Io e Juju siamo fratelli. Entrambi pensiamo d’essere tra i migliori nel ruolo, se non lo pensi perché giochi del resto?».
Nessun commento sulla questione trade, del resto coach Tomlin ha negato questa possibilità e Bryant rimanda tutto al suo agente. «Starò a vedere quello che capiterà. Per ora sono qui e penso a giocare meglio che posso e vedremo quello che succederà. È la solo cosa che posso fare».
Mezza retromarcia anche sulle accuse di poco supporto da parte della franchigia durante la sospensione. «Il loro starmi vicino è stato il non tagliarmi. I compagni mi hanno sempre supportato. Sanno come mi sento, sanno che voglio essere il migliore. Non volevo essere motivo di distrazione purtroppo è andata così».
Promettendo poi di non voler creare altri casi simili per il resto della stagione. «Se non verrò ceduto porterò il mio culo là fuori e succederà quello che succederà. Non mi sentirete più lamentarmi. Lascerò che le cose vadano come devono andare».
Bryant in questa stagione ha messo a segno 18 ricezioni su 36 targets, per 234 yards con un td. Prima della sospensione per quella che doveva essere la sua terza stagione in maglia Steelers, i suoi numeri erano invece 76 ricezioni 1314 yards e 14 td in 21 gare.
L’unico acuto che pareva essere l’inizio di una stagione decisamente più incisiva è arrivata in week 2 contro i Vikings, dopo quella gara da 96 yards e un td c’è stato invece un lento spegnarsi, fino ad arrivare alla gara da 3 misere yards di domenica. Sulla decisione di Tomlin Bryant ha aggiunto di aver parlato martedì con il suo head coach che lo ha informato del turno di stop a causa del suo sfogo sui social. «Siamo d’accordo. Quanto fatto ormai è fatto possiamo solo imparare ed andare avanti. Penso solo a tornare alla grande dopo la bye week».

mercoledì 25 ottobre 2017

Conferenza pre Lions

Ennesima conferenza stagionale in cui coach Tomlin deve alternare aspetti di football giocato ad aspetti extra campo.

MARTAVIS BRYANT
Bryant infatti era assente anche ieri a causa malattia.
«Abbiamo investito molto su di lui- ha dichiarato chiudendo l’argomento- abbiamo fatto molto ma molto c’è ancora da fare perché la nostra conversazione non riguarderà il football».
Per quanto riguarda il campo da gioco l’head coach di Pittsburgh ha detto che il ricevitore s’è allenato molto bene la settimana scorsa e manca poco che faccia vedere il proprio valore anche in partita.
Nessun dubbio sul fatto che lo sfogo del giocatore non sia stato accolto nel migliore dei modi «è irrilevante il fatto che sia legittimo o meno. È sbagliato il modo che ha scelto d’utilizzare, perché crea situazioni come queste, dove sto perdendo tempo affrontando domande da voi giornalisti».

SUI PROBLEMI DELL’ATTACCO
Non poteva non venir chiesto d’una offense incapace di convertire più di 32 dei 89 terzi down affrontati. «Dobbiamo lavorare per mettere nelle condizioni migliori- ha commentato a riguardo Tomlin- loro devono lavorare per fare le giuste giocate. Abbiamo già affrontato sette gare e non ci sarà nulla di nuovo, dobbiamo analizzare quanto fatto e capire come farlo meglio. Avevamo già fatto questo discorso ma non avevo abbastanza dati, non ci si può basare su una singola gara e delle volte non ne bastano nemmeno quattro, ora però abbiamo abbastanza dati».

REDZONE DEFENSE
I problemi della difesa riguardano invece un’area specifica e vitale, le ultime 20 yards. «Siamo una delle peggiori difese della lega in redzone. Come in attacco, dove una pezza la mette Boswell, in difesa ci troviamo così poco in quel lato del campo che la percentuale concessa non impatta nelle gare. Sicuramente dobbiamo fare un miglior lavoro in entrambi i lati del gioco».
Una bella prova quella che dovranno affrontare a Detroit visto che si troveranno di fronte una squadra che concede il 33% in redzone con la difesa e ha un 66% di successo nella stessa situazione in attacco.

SU ROOSVELT NIX

Il fullback reduce dal season high dato dai 22 snaps giocati contro i Bengals è stato definito «elite ed importante per noi, un componente importante. Sono felice del suo contributo è un bene che sia in squadra».

martedì 24 ottobre 2017

Martavis Bryant pronto a lasciate la squadra

Ormai i martedì di Mike Tomlin hanno una sola routine, una conferenza in cui deve gestire il caso scottante della settimana. Quest’oggi la tematica porta il nome di Martavis Bryant, il giocatore infatti non gradisce l’utilizzo che ha nell’attacco di Pittsburgh e da due settimane non ne fa mistero.
Dopo la vittoria con Cincinnati ecco che puntuale arriva un commento, puntualmente cancellato, in cui si dice superiore a JuJu Smith-Schuster ma mal utilizzato.
In un’intervista con la giornalista Espn Josina Anderson il giocatore ha dichiarato «voglio solo essere felice, che sia qui o che sia da qualche altra parte. Voglio solo contribuire e dare il mio apporto. Voglio solo essere il miglior giocatore che posso e voglio avere la possibilità d’essere cosi'. Se non é qui allora, cosi ' sia, sara ' da qualche altra parte. Ma, vorrei che fosse qui, ma se no, allora va bene. Devo solo andare avanti».
Bryant ha poi aggiunto di non dover andare da un’altra parte per esplodere «no, sono cresciuto qui due anni fa. Non sento di dover andare altrove ma per come stanno andando le cose potrei doverlo fare».
Per Bryant la ricetta per trovare il punto di svolta a Pittsburgh è «sedermi e parlare con i miei allenatori, devo veramente incontrarli e capire cosa vogliono fare».
Sul suo rapporto con l’head coach Mike Tomlin ha raccontato «io ed il coach parliamo sempre, ma non abbiamo parlato di questo perché l'ho tenuto dentro e non ho detto niente a nessuno. Me lo sono tenuto per me e ho parlato con il coach di reparto ogni tanto, ma continua a succedere. Voglio dire, sono un giocatore di squadra. Non sto cercando di essere egoista, perché non sono egoista, è solo che voglio essere un fattore e voglio essere il miglior giocatore che posso essere. Non mi piace quando tutti dicono che è come se fossi ancora una rookie, perché non sono più una recluta ora».
Bryant ne parlerà con gli allenatori mercoledì al suo rientro agli allenamenti. Se il giocatore non si sentisse maggiormente parte dell’attacco si prenderà una pausa e starà con la sua famiglia. «Se non cercheranno di includermi di più e continueranno così, allora voglio andare. Amo la mia squadra. Io amo i miei compagni. Mi piace stare qui. Amo la città, ma ho una famiglia e tutto quello che è importante ora è prendersi cura della mia famiglia».
Se non arrivasse il trattamento desiderato il giocatore s’è detto pronto a chiedere la trade ufficialmente, non fosse accontentato attenderebbe la scadenza dell’attuale contratto (al termine della prossima stagioe).
Come affronterà Mike Tomlin l’argometo? Possiamo solo attendere per scoprirlo. Di certo il primo snap offensivo di domenica ha visto chiamata una reverse per colui che ora chiede maggior spazio in quello che non sente il “suo” attacco, si troverà una soluzione?

lunedì 23 ottobre 2017

Bengals superati 29-14. La strada è quelle giusta

Vincere per confermare che la rivalità con i Bengals ha un solo padrone, farlo per allungare le mani sul titolo dell’Afc North. Missione compiuta per Ben Roethlisberger e soci che allungano a cinque la serie di vittorie consecutive contro Cincinnati e consolida il primato in division complice la sconfitta dei Ravens.
Una gara che in attacco come a Kansas City ha in Le’Veon Bell il vero fattore, una produzione da 134 yards in 35 portate cui vanno aggiunte le 58 ricevute. In generale il reparto gestito da Todd Haley ha dato segni di risveglio ma restano evidenti le difficoltà in redzone con n solo td sui 5 viaggi nelle ultime 20 yards avversarie. Ecco che la seconda punta per Pittsburgh non è nessun’altro che Chris Boswell con cinque fg e punti importanti sul tabellone. Punti che risultano vitali a non riaprire un incontro che senza i problemi in redzone e quelli nel chiudere una serie di 3&1 nella ripresa porterebbero ad un punteggio più severo per i Bengals del 29-14 finale.
L’attacco di Dalton infatti nel secondo tempo sparisce dal campo, due gli intercetti da parte di Pittsburgh. Il primo per mano di Joe Haden, il secondo porta la firma di William Gay. Costante ma superiore nella ripresa la pressione sul qb avversario, quattro sacks subiti per lui dopo la pausa, che nel secondo tempo abbandonato il gioco di corse si ritrova in balia dei nostri blitz. Dopo un primo tempo in cui le secondarie gli concedono un 11/18 per 106 yards e 2 td si deve così accontentare di 6712 per 34 misere yards nella ripresa, nessuna di queste sul nemico numero uno Aj Green.
Pittsburgh riesce dunque nell’impresa di dare continuità alla buona prestazione coi Chiefs, vitale sarà però trovare un miglior ritmo in attacco perché non sempre si trova la vittoria con un’efficienza di 175 in redzone ed uno sconfortante 2/11 nei terzi down, dato che si allarga a 6/22 considerando le ultime due gare.
Roethlisberger parte forte con sei completi sui primi sette tentativi e due di questi in td, cala però col passare del tempo e non riesce a gestire il vantaggio come avrebbe voluto. Di certo con un Bell così e senza turnover per ora può bastare, soprattutto se la linea non concede nemmeno un sack annullando un certo Geno Atkins.
Capitolo Burfict saga. Il linebacker dei Bengals prima non stringe la mano a nessuno dei capitani di Pittsburgh al lancio della monetina, poi colpisce con un calcio il casco di Roosvelt Nix a gioco fermo.


martedì 17 ottobre 2017

Conferenza pre Bengals

Altra conferenza insidiosa per Mike Tomlin che non può tornare a parlare solo di quanto visto in campo nemmeno dopo la vittoria coi Chiefs.

LA VICENDA MARTAVIS BRYANT
L’argomento caldo settimanale è la presunta richiesta dicessione di Martavis Bryant, negata dal diretto interessato. «Non ho avuto nessuna reazione- ha dichiarato a riguardo Tomlin- ho una comunicazione solida e continua con Martavis come con altri giocatori. Ha dato un gran contributo domenica ed era entusiasta come tutti».
Sulla vicenda ha anche aggiunto «non so da dove provenga questa notizia. Spesso arrivano da familiari, alcune volte da agenti. Io non giudico il nostro rapporto da cose dette da altri. Pare contento e concentrato, per noi non è un problema».
Toccato anche il fatto che JuJu Smith-Schuster stia avendo più spazio di Bryant. «Credo entrambi abbiano avuto più di quarantacinque snaps. Voi riducete la cosa ad una questione di ruoli ma pesso è qualcosa che riguarda gli schemi, qualcosa che valutiamo in base alla partita. Non c’è molto altro ad essere onesti»

SU MIKE MITCHELL
Si è discusso molto anche sul colpo portato dalla safety di Pittsburgh ad Alex Smith sanzionata prontamente dagli arbitri. «La vedo come voi, ha subito uno sgambetto da Chickillo ed è stato sfortunato, è parte del gioco. Doveva essere penalizzato perché il regolamento è rigoroso. L’indennità dei giocatori è importante am non c’è stata intenzionalità o voglia di far male. È stato sgambettato ed Alex Smith doveva avere gli occhi sulla schiena per vederlo»,

L’ETERNO JAMES HARRISON
«Sono aperto a riguardo» dichiara Tomlin a chi gli domanda se c’è da aspettarsi un maggior numero di snaps per James Harrison, definito successivamente «È un giocatore impressionante e altruista». Sulla voglia del giocatore d’avere più spazio il suo coach è stato inamovibile «James sa che metterò le esigenze di squadra davanti ai suoi desideri». 

Martavis Bryant non ha chiesto la cessione

Tolto il risultato del campo domenica l’argomento maggiore in casa Pittsburgh era la richiesta, raccontata da Ian Rapoport di NFL Network, di trade da parte di Martavis Bryants.
Il giocatore ha subito negato l’indiscrezione su twitter e lo ha fatto di persona ieri ai microfoni dei cronisti. Cinque minuti in cui ha chiarito di non aver mai chiesto la cessione e di voler superare questa vicenda. «Ho solo parlato ai coaches su come potevo migliorare ma ora penso solo alla gara con Cincinnati». Ha giocato
Per la cronaca Martavis Bryant ha giocato il 72% degli snaps offensivi degli Steelers, ricevendo 34 targets dietro solo i 74 di Antonio Brown ed i 39 di Le’Veon Bell.
Di certo c’è che Pittsburgh non è intenzionata a cedere il ricevitore e che essendo il termine per le cessioni il 31 ottobre ogni movimento è quantomeno improbabile.   

lunedì 16 ottobre 2017

A Kansas City è arrivata la vittoria della svolta?

Rialzarsi dopo una sconfitta interna inaspettata che aveva fatto dubitare sulla qualità della squadra, farlo a casa dell’unico team rimasto imbattuto in Nfl con una prova che fa dimenticare quanto visto con i Jaguars e dà morale e convinzione.
Perché per tre quarti la difesa ha cancellato l’attacco di Alex Smith e soci, saliti in cattedra solo quando con le spalle al muro hanno tentato invano la rimonta, sogni infranti da un sack dell’eterno James Harrison ormai un incubo per il tackle Eric Fischer a 58 secondi dal termine.
Una vittoria che porta la firma di Le’Veon Bell, trascinatore dell’attacco di Pittsburgh con 179 yards e un td, lui che dopo la sconfitta di settimana scorsa aveva parlato di un gioco di corsa troppo poco utilizzato. «Non so se quello che ho detto abbia inciso ma oggi abbiamo portato a casa la vittoria ed è l’unica cosa che conta. Siamo venuti qui per correre, abbiamo seguito il piano pre gara e vinto».
Ma quando i Chiefs con 6:13 sul cronometro hanno siglato l’unico td di giornata per accorciare 12-10 è stata la solita connection Roethlisberger to Brown a siglare il td che ha dato nuova serenità alla squadra, certo in maniera fortunosa visto il tocco di Phillip Gaines.
Insomma se si dovesse analizzare questa singola gara ci troveremmo di fronte alla squadra che ci attendevamo in estate. Gioco di corsa cardine dell’attacco, un qb capace di piazzare le giocate necessarie al momento giusto, una difesa che incide sul rendimento degli avversari.
Che sia quindi arrivata la prova della svolta contro i Chiefs? «lo spero- racconta Ben Roethlisberger l’uomo più atteso dopo la debacle con i Jaguars- manca ancora qualche dettaglio come è normale che sia ma di certo è un punto di svolta. Non abbiamo messo molti punti a tabellone ma siamo venuti in questo stadio, contro questa difesa e far bene». Da lui è arrivata la prova confortante e d’autorità che ci si aspettava, chiude infatti con 17/25 252 yards un td e un intercetto dovuto ad una traccia non corsa da Brown.
In difesa da notare che dopo aver concesso almeno 200 yards su corsa in due delle ultime tre gare, l’attacco di Kansas s’è dovuto accontentare di 28 yards totali nonostante schierasse il leading rusher della lega Kareem Hunt. Ottima anche la pressione costante portata ai danni di Smith, che ha subito due sacks da Vince Williams prima di quello finale di James Harrison.
Questa vittoria riporta Pittsburgh sul trono temporaneo della Afc North, domenica arrivano poi i Begnals all’Heinz Field un’occasione per ipotecare il titolo divisionale.


venerdì 13 ottobre 2017

Inizia la vera stagione di Harrison?

Dopo aver insolitamente passato le ultime due week nella lista inattivi è pronto al rientro James Harrison.
Ieri infatti il defensive coordinatori Keith Butler ha annunciato che Deebo sarà in campo a Kansas City, incrementando i miseri sette snaps finora giocati in questa regular season. Non ci sono indicazioni riguardo il ruolo e l’impiego che otterrà, presumibile che sarà in rotazione con il rookie Tj Watt sulla destra.
Harrison, 39enne, è il leader di ogni epoca in casa Steelers per sacks con 81,5.

mercoledì 11 ottobre 2017

Conferenza pre Chiefs

Ennesima conferenza "calda" per Mike Tomlin. Non poteva essere diversamente dopo la sconfitta casalinga coi Jaguars e in cinque intercetti di Ben Roethlisberger.

GAMEPLAN ERRATO
Tolta la prestazione di Roethlisberger il tema più caldo era quello dello sbilanciamento dell’attacco nella gara di domenica con meno corse del dovuto. «Il gameplan si svelano spesso nella seconda metà di gara. Per noi era tutto andato male nel terzo quarto con i due pick six, così le statistiche non riflettono le nostre intenzioni iniziali». Altro fattore determinante per il coach sarebbero i minuti mangiato sul cronometro dalle corse di Jacksonville. «È facile parlare del bilanciamento quando giochi in maniera scarsa- aggiunge Tomlin- ma mi interessa solo vincere. Avessimo vinto e queste domande avrebbero già una risposta».

I CHALLENGE PERSI
Sul banco degli imputati c’era lui in primis dopo i due time out persi per delle review chiamate e perse. «Raramente chiamo un challenge su una posizione di campo a meno che non ci sia una linea che mostri il guadagno. Io ero sulle 40 yards e non credevo le avesse raggiunte, ero molto convinto. Non ho vinto il challenge». Convinzione che ha portato a lanciare anche la seconda red flag «anche qui ho la chiamata era basata su quello che avevo visto».

SU BEN ROETHLISBERGER
«Ben è un gran competitore, un ragazzo emotivo che ne aveva viste molte. Non ha avuto paura di dire quanto triste si sentisse in quel particolare momento. Conosco però Ben da undici anni e quello che ha detto dopo la gara non rispecchiava chi è e come si sente. Lunedì è arrivato come un giocatore pronto. Prendo questi commenti come un pizzico di sale, del resto quest’estate ha parlato di ritiro e avete fatto dei gran viaggi per poi dover tornare sui vostri passi. Lui è ancora qui».

LA LITE SOCIAL BELL-CLARK

Lunedì Le’Veon Bell s’è reso protagonista d’un botta e risposta su twitter con l’ex compagno Ryan Clark. Tomlin ha confermato d’aver dato delle istruzioni su cosa fare e non fare sui social ai suoi giocatori. Ma di «non avere abbastanza tempo per star lì a controllare. Ho già abbastanza problemi nel monitorare i social dei miei figli» 

martedì 10 ottobre 2017

Roethlisberger «sono tra i migliori del mondo»

Ormai il programma radiofonico di Ben Roethlisberger del martedì è una tappa fissa della settimana per sviscerare i temi caldi degli Steelers. Dopo le parole su Antonio Brown post trasferta di Baltimora però il tema del giorno era la gara di chi lo show lo tiene. Il qb di Pittsburgh ha tolto i dubbi lasciati dei commenti post gara, non pensa d’essere giunto al capolinea e lo dice apertamente.
Senza nascondere di provare frustrazione delle volte, non rivolto alle statistiche ma riguardo il «deludere le persone» a causa delle sue performance.  
Si prende le colpe per la mancanza di big play su Martavis Bryant «devo far meglio nel dargli la palla in certe situazioni e non metterlo in difficoltà. Penso dobbiamo renderci conto che ha saltato tutta la scorsa stagione, non sto dicendo non sia lo stesso, ma dobbiamo capire che deve tornare al top. Non ce l’ho con lui e non sono arrabbiato, dobbiamo tutti fare di più. Come potrei avercela con lui quando sono io il primo a non giocare bene? Se io giocassi meglio i ricevitori giocherebbero meglio».
Nessun panico in spogliatoio a quanti riporta uno dei leader dello stesso. «Non stiamo andando in panico, tutto va alla grande. Abbiamo molti leader, abbiamo avuto una brutta giornata, io ho avuto una brutta giornata. Non tutti, io sì».E non c’è nessuna mancanza di fiducia in se stesso. «Ti alzi il lunedì e realizzi “sono ancora uno dei migliori del mondo a fare quello che faccio”. Avrò questa fiducia, l’avrò quando mi allenerò mercoledì ed in campo domenica a Kansas City. Ho questa convinzione, sono uno dei migliori ad aver mai giocato in questa posizione. Devi avere questa fiducia e l’avrò. Favre ha lanciato sei intercetti, Marino cinque, come altri Hall of famer».
La gara di domenica secondo la fonte diretta non è nemmeno la peggior gara mai giocata. «Lo è a livello di intercetti ma non di letture. Sono un pistolero ho provato a vincere il duello ma non ce l’ho fatta, riproverò però a tornare e vincere questa settimana».Rigettate anche le accuse sulla meccanica e sulla perdita di profondità nei lanci, prova sarebbero dei lanci “overthrow” proprio su Bryant. «Spalla e gomito tanno bene, solitamente sarebbero questi i primi sintomi di problemi di meccanica ma non ho nulle di simile. Il talento non sparisce può andarti storta qualche volta a rimane».
Rimandate al mittente anche le visioni che vedrebbero nelle parole su Brown e la questione legata all’inno come cause della gara disastrosa di domenica. Immancabile anche la rilettura delle parole sul possibile ritiro al termine della passata stagione in collegamento alle scarse performance del qb. «Se mi chiedete se sono ancora coinvolto- ha risposto a riguardo- vi dico che lo sono e al 100%, amo questo gioco. Ho dato tutto se non mi importasse più di nulla la gara di domenica non mi avrebbe disturbato. Mi infastidisce l’aver giocato così. Come detto lascerò la cosa alle spalle ma questo non significa che non mi importi. Sono uno dei migliori al mondo e questa settimana farò di tutto per giocare a quei livelli».

lunedì 9 ottobre 2017

Debacle Roethlisberger. Tonfo casalingo coi Jags

Pittsburgh riesce a perdere contro una squadra che nel secondo tempo prova un solo passaggio, sbagliandolo, lo fa in casa con un atto di autolesionismo veramente stremo. 21 dei 30 punti subiti sono infatti imputabili, 14 direttamente da pick six, al proprio qb.
Ben Roethlisberger per la prima volta in carriera chiude una gara con cinque intercetti, vani i tre viaggi in red zone, pessime le letture e terrificanti alcuni lanci. Se questi dati non bastassero a far percepire l’insufficienza della prova un ulteriore elemento, dei 33 completi 16 sono stati da meno di 6 yards. Uno dei pochi lampi con 3:29 sul cronometro, a gara ampiamente compromessa, un td su antonio Brown vanificato da un holding di David DeCastro. Il drive successivo avversario a completare la gara disastrosa un td di Founette con una corsa da 90 yards.
La solita sensazione di non riuscire ad affrontare una gara sulla carta agevole ma che sul campo risulta più dura, un forte senso di inadeguatezza dato anche dal coaching staff che perde due time out su due challenge insensati.
Dopo il terzo ed ultimo field goal di Chris Boswell, frutto per altro dell’ultimo drive decente dell’attacco che non riesce però a segnare nonostante raggiunga le 5 yards avversarie, sul punteggio di 9-7 la difesa riconsegna l’ovale all’attacco. Qui al secondo snap Roethlisberger cerca un lancio senza senso e vede Telvin Smith riportarlo in endzone. Invece di arrivare il riscatto arriva poi un altro pick six con un lancio troppo forzato su Brown e Barry Church con un ritorno in td da 51 yards.
Pittsburgh si presenta così 20-9 all’inutile quarto finale, risultato che sarebbe perfino potuto essere più pesante se Ryan Shazier non avesse “derubato” James O’Shaughnessy trasformando un completo in un intercetto sul finire di primo tempo.
Un attacco che incappa nella peggior partita in carriera del proprio qb non può salvarsi se il proprio runningback chiude con 15 tentativi e 3,7 di media a portata contro la peggior difesa sulle corse della lega.
«Non ha giocato bene parlerò con lui» ha dichiarato nel post gara Tomlin sulla gara del proprio qb. Il diretto interessato ha dichiarato senza troppi giri di parole sulla sua prestazione e se c’è qualcosa di diverso il lui «non credo, ma forse non ne ho più».


venerdì 6 ottobre 2017

Settembre inedito per Shazier

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Ryan Shazier ha raggiunto il primo obbiettivo stagionale, rimanere integro per tutto settembre. Motivo a dir poco incoraggiante dato che l’inside linebacker può incidere non poco sulle sorti della difesa coordinata da Keith Butler.
Nei suoi quattro anni in Nfl Shazier ha saltato 14 gare nelle prime tre stagioni giocate, sette nell’anno da rookie e sette nei successivi, sempre pre problemi che lo hanno costretto a guardare dalla sideline in almeno una delle prime quattro gare di regular season.
Da matricola subì un infortunio al ginocchio in week 3 contro i Panthers scontrandosi con un compagno e restando a guadare le successive quattro partite, una volta rientrato due settimane e fu un problema alla caviglia a tenerlo fermo ai box per tre gare.
Il suo secondo anno cominciò alla grande con una prova superlativa in week 2 contro i 49ers, durante l’incontro un infortunio alla spalla lo costringe però a saltare i successivi quattro. Discorso identico a quello dell’anno scorso, un infortunio al ginocchio in week 2 con un tentativo di recupero affrettato la settimana seguente che porta al riacutizzarsi del problema ed allo stop di tre gare.
Se Shazier riuscisse a continuare questa striscia positiva come detto i benefici sarebbero certi per la difesa di Pittsburgh, evidente e rimarchevole il suo contributo con 37 tackles,2 fumbles forzati, un intercetto e cinque passaggi difesi nella prima porzione di stagione. Numeri decisamente impressionanti se proiettati su 16 gare, cosa molto improbabile ovviamente, più probabile però una maggior efficacia a livello di sacks, unica statistica non ancora messa referto dal giocatore.



mercoledì 4 ottobre 2017

Roethlisberger «penso Brown abbia creato una distrazione non necessaria»

La sfuriata in sideline di Antonio Brown non poteva non diventare un argomento di discussione nella settimana successiva alla gara vinta a Baltimora, ne ha parlato Mike Tomlin nella sua conferenza del martedì e lo ha fatto Ben Roethlisberger nel suo settimanale show radio.  
Del resto era lui il destinatario della rabbia del ricevitore che non faceva nulla per celare la sua frustrazione dopo non essere stato visto completamente libero, per un facile td, dal suo qb.
Nessun rifugio in parole di circostanza del tipo «è la dimostrazione della sua passione per il gioco e della voglia di vincere» utilizzate da altri compagni. Roethlisberger va dritto al punto «era arrabbiato perché era smarcato e lo posso capire. Delle volte capita- ha detto ai microfoni ieri- io ero deluso perché non lo avevo fatto intenzionalmente, ho fatto quello che portava la mia lettura. Non voglio dire che il mio sia stato un errore perché quello era il lato che dovevo sfruttare da chiamata».
A Roethlisberger è stato domandato anche un parere riguardante il fatto che Brown dopo aver lanciato un contenitore del gatorade abbia rifiutato di parlare con tutti, Todd Haley compreso. «Penso che quando ho provato a parlargli senza esito non sia stata certo una cosa positiva dato che c’erano molti giovani a guardarci. Juju era seduto al suo fianco e cosa può aver pensato? Che sia giusto comportarsi così? Non lo so. È un veterano e fa parte di questa squadra da tempo. So del suo carattere e della sua passionalità per quanto riguarda il gioco e questo ci piace. È il ricevitore più forte del mondo, forse uno dei migliori della storia e mi piace pensare che la nostra sia una coppia tra le migliori ad aver mai giocato insieme. Non so quindi perché abbia dovuto reagire così. È sovraumano sul campo da gioco ma queste cose lo riportano ad essere un normale uomo. Influenza lui ed un po’ tutti noi».
Nessuna parola di circostanza come detto anzi, conclude il qb di Pittsburgh «so quanto sia competitivo ma lo siamo tutti, tutti vogliamo la palla ed essere decisivi. Gliel'ho detto in sideline. Fosse stato Heath Miller probabilmente gli avrei chiesto se fosse libero e lui mi avrebbe risposto di no per non impensierirmi. Non voglio criticare Brown ma penso abbia creato una distrazione non necessaria» 

martedì 3 ottobre 2017

Conferenza pre Jaguars

Come fa notare lo stesso head coach di Pittsburgh, conferenza più consueta quella di oggi rispetto a quella della scorsa settimana. La questione legata all'inno è finalmente alle spalle
 se, come scherza Tomlin, manca la Cnn.

LA GARA DI BALTIMORA
«Prendendoci cura dei possessi non sarebbe stata una gara meno tirata del solito e così è stato, loro sono bravissimi a creare turnover e non abbiamo concesso i terzi e out alla loro difesa. Non abbiamo chiuso la gara con nuovi infortuni».

SUI JAGUARS
«C’è molto per essere preoccupati, a partire dalla loro difesa impressionante e non solo sulla carta. Ottimo lavoro fatto con il draft e in free agency. Blarke Bortles sta facendo un ottimo lavoro e sono secondi nella lega a livello di gioco di corse. Affronteremo una squadra bilanciata, formidabile in entrambe le fasi».

SULLA SCENATA DI BROWN
Non poteva non venire chiesto un parere riguardante la scenata del top wr frustrato dai pochi palloni ricevuti. «Poteva essere una distrazione è un competitore ma deve gestire le sue emozioni, fortunatamente ha imparato da questo episodio».  

SU BELL
«Lo monitoro a livello di partecipazione, di carico di lavoro. Era una decisione presa coscientemente quella di utilizzarlo così spesso a Baltimora».

SUL PASSING GAME
Non nasconde che dei miglioramenti sono attesi e pronosticabili con il suo «non è minimamente un prodotto finito».

SU ELI ROGERS
Tomlin ha dichiarato di aver tenuto in borghese il wr dopo il fumble di Chicago, una gara di riposo per pensare ma in vista un ritorno in campo per lui. Tomlin infatti ha detto che non è stato un “licenziamento” l’essere finito in panchina.

SU JAMES HARRISON

Un altro giocatore non a roster per la gara coi Ravens era James Harrison. Il motivo? Le condizioni fisiche precarie del linebacker che gli hanno precluso una preparazione ottimale durante la settimana. 

lunedì 2 ottobre 2017

A Baltimora tornano difesa e Bell. Battuti i Ravens

La risposta che si si aspettava da una squadra orgogliosa e sicura dei propri mezzi dopo il disastro di Chicago permette a Pittsburgh di tornare a vincere e sbancare 26-9 Baltimora dopo cinque anni.
«Era da domenica che aspettavamo di giocare questa gara- spiega Cam Heyward negli spogliatoi-abbiamo avuto una lunga settimana per pensare, siamo contenti di quanto messo in campo e pronti ad andar avanti».
Superata la striscia di quattro sconfitte consecutive a Baltimora e, si spera, anche il discorso relativo all’inno nazionale. «Sono fiero dei miei compagni- racconta Maurkice Pouncey, che mercoledì aveva annunciato che non ci sarebbe stata nessuna protesta- anche più del risultato, siamo andati là fuori a rappresentare nel modo giusto la franchigia e la Steelers Nation».
Tornando al campo da annotare la performance “vintage” di Le’Veon Bell che si toglie definitivamente la ruggine accumulata e piazza 35 portate per 144 yards e 2 td, numeri che pareggiano quanto prodotto nelle prime tre opache gare stagionali.
«Il gioco di corsa non è stato più efficiente di settimana scorsa- ha dichiarato Mike Tomlin- abbiamo solo avuto più occasioni d’azionarlo». Anche se il coach sa bene che il runnigback in campo non era quello visto fin qui.
«È stato importante- dice di Bell Pouncey- per me è il migliore della lega. Giocare in questa maniera per lui e per noi è stato fantastico».
Il diretto interessato parla di «un passo nella stessa direzione».
Un Bell definitivamente a pieno regime permetterebbe delle aspettative che quello visto fino a domenica non poteva far pensare. Bell vuole sottolineare l’importanza del primo, lunghissimo, drive. Oltre dieci minuti di possesso improntato sul correre la palla. «Abbiamo mosso la palla con costanza, ci ha permesso di stabilizzare il running game. È la mia prima vittoria a Baltimora, qualcosa di speciale quindi».
Anche perché il gioco di passaggi continua ad avere alti e bassi, Ben Roethlisberger chiude una gara difficile con molta pressione e colpi subiti. Il suo compito era quello di tenere il possesso e non prendersi rischi inutili. Nel complesso quindi, non essendo ascrivibile a suo carico l’intercetto, la gara è soddisfacente. Ottima la gara della difesa, che si avvantaggia anche d’un attacco avversario non molto convincente, come spesso capita riflettori per Heyward (2 sacks e un fumble ricoperto che porta al primo td) e Shazier che realizza un intercetto e propizia quello di Hilton. La redenzione difensiva sta tutta in un dato, dopo le 220 yards concesse a Chicago, sono solo 82 quelle dei Ravens e 73 di queste nascono da due big play di Alex Collins. Probabile pesi il ritorno in campo di Stephon Tuitt.