giovedì 25 giugno 2015

DeAngelo Williams e Josh Harris: senza Bell tocca a noi

La stagione offensiva degli Steelers comincerà come è terminata la scorsa, senza Le'Veon Bell.
Occasione dunque per i back up di dimostrare il proprio valore, si spera decisamente più di quanto fatto nella gara persa in casa coi Ravens nei play off 2014.
In quel caso a fallire fu Ben Tate, rb usa e getta incapace di essere un reale fattore nella settimana che lo vide vestire la maglia di Pittsburgh nel vano tentativo di rendere anche solo credibile il gioco di corse.
Il miglior runninback dell'incontro tra le fila degli Steelers fu peraltro Josh Harris, rookie che chiuse con 25 yards guadagnate nella partita.
Trovandosi però Pittsburgh nella situazione di poter programmare il gameplan senza Bell, che ricordiamo sconterà una squalifica di tre gare e non sarà vittima di un infortunio dell'ultimo minuto, la speranza è quella di non farsi trovare così impreparati.
Indiziato numero uno per essere un fattore il veterano DeAngelo Williams (foto).
«E' un punto su cui tutte le squadre sono molto attente- spiega l'ex Panthers- è importante per tutti avere una riserva che possa dare un contributo una volta che lo starter viene a mancare. Non credo ci siano giocatori di seconda o terza fascia. Qualsiasi momento può essere il tuo. E quando tocca a te devi essere produttivo».
Gli Steelers non hanno lavorato troppo sulle corse finora infatti ne negli OTAs ne nel minicamp sono permessi i contatti. Maggiore attenzione verrà data con lo scattare del training camp il prossimo 25 luglio, da quel momento si dovrà trovare un modo per non venir penalizzati più del dovuto per l'assenza di un giocatore del calibro di Bell.
Pittsburgh è convinta di avere in Williams un backup solido dopo aver salutato in malo modo LeGarrette Blount nel corso della scorsa stagione. 
Da li in poi alle spalle di Bell ci fu' Harris che però trovo pochissimo spazio giocando solo 11 snaps su 281 nelle ultime 4 gare di regular season.
Ora l'obbiettivo per Harris è quello di dimostrare di poter vedere di più il campo già da questo training camp. «So che hanno fatto quello che era necessario- spiega l'ex rookie-on avevo dimostrato abbastanza in allenamento. Ora devo assicurarmi di farmi trovare più pronto quando arriverà il mio momento».



Daniel McCullers è pronto a divenire un fattore

Daniel McCullers non si è imposto una dieta rigida, ne un regime inteso di allenamenti.
Nonostante ciò al suo rientro al centro sportivo degli Steelers lo scorso aprile si è accorto che c'era qualcosa di diverso visti i continui commenti.
«Tutti mi dicevano quanto sembravo in forma- spiega il giocatore- ed io non capivo dato che non avevo fatto nulla».
La squadra non aveva fatto nessuna richiesta di perdita di peso al nose takle di due metri per 159 kg.
Cos'è successo? «Per la prima volta in vita mia ho mangiato sano e fatto attività fisica ogni giorno».
A ventidue anni McCullers ha abbandonato bibite gasate, merendine e ore passate davanti ai videogiochi. Il suo stile di vita da college.
Da atleta professionista era giunto il tempo di prendersi cura del suo corpo e raggiungere il suo potenziale.
«Ho imparato la scorsa stagione quanto l'annata sia lunga e ci si debba prendere cura del proprio fisico».
Così Daniel ha perso sette chili e sente la differenza «sopratutto quando facciamo stretching, alzo le gambe e non sono così pesanti».
Il compagno di reparto Steve McLendon dice che è la differenza d'approccio tra la prima e la seconda stagione a mostrare la professionalità di un giocatore.
«Ha capito questa cosa e vuole rimanere in forma- chiarisce McLendon- continuando a lavorare».
McCullers spera ovviamente che una forma migliore coincida con un maggior utilizzo in campo- Dopo aver passato la prima metà di stagione tra gli inattivi per le gare ha visto il campo negli ultimi nove incontri. 
«Mi chiedevo come mi sarei trovato visto il nuovo sistema e la velocità del gioco. Avere un anno di esperienza mi ha permesso di imparare molto e ora so cosa aspettarmi».
L'ex Tennessee ha collezionato solo 82 snaps nella stagione da rookie ma ha mostrato che il talento c'è.
Se il nose tackle dimostrasse i miglioramenti aspettati potrebbe divenire starter fin da questa stagione. In depth chart infatti è dietro solo al già citato McLendon.





Coates «sarà divertente vederci giocare»

Sammie Coates, terzo giro dello scorso draft, è stato scelto per divenire la ciliegina sulla torta d'un attacco che aveva già dimostrato di essere più che adeguato per la Nfl.
Aggiungere un ricevitore talentuoso ad un reparto già ben fornito significa una sola cosa, spingere i veterani a dimostrare di non accontentarsi e obbligare fin da subito l'ultimo arrivato a mostrare di poter essere un fattore.
La depth chart iniziale della prossima stagione sarà infatti, a meno di inaspettati scossoni, Antonio Brown, Martavis Bryant e Markus Wheaton.
 «Devi dimostrare- spiega il rookie- di poter fare tutto quello che fanno loro». Sembra dunque che Coates non si metta alle spalle di nessuno anche se è presumibile si aspetti di pagare un certo dazio iniziale.
«Devi solo andare in campo tranquillo- prosegue il giocatore- non puoi pensare a tutto. Devi solo fare quanto ti viene richiesto».
Coates è etichettato come un ricevitore efficace nel profondo il che può costargli un po' nell'adattamento al sistema Nfl. Lui si dice comunque esaltato dal nuovo attacco perché gli da la possibilità di mostrare tutte le sue capacità. Non venir limitato alle tracce sul lungo.
L'ex Auburn descrive il sistema di Todd Haley come un attacco in cui i ricevitori devono essere efficaci in ogni posizione. Negli esercizi di questa offseson Coates non sa mai dove si schiererà fino a gioco chiamato.
«Sto solo cercando di fare tutto il possibile per dimostrare di essere un giocatore universale che può giocare dovunque» e sul reparto che lo vede protagonista dichiara: «E' uno dei migliori della lega sarà divertente vederci giocare».