giovedì 28 settembre 2017

Roethlisberger «il problema dell'attacco sono io»

L’attacco di Pittsburgh deve ancora mostrare sul campo il potenziale tanto decantato in off season. Dopo le due vittorie che hanno aperto la stagione lo stop del Soldier Field di Chicago se l’era imputato in conferenza stampa post match Ben Roethlisberger.
 Parole ripetute ieri sera ai cronisti «bisogna dirlo, dire che se avessi giocato meglio avremmo vinto. E se avessi giocato meglio nelle prime due gare avremmo messo più punti a tabellone e saremmo stati più produttivi, senza trovarci a rispondere alle domande attuali sul perché non siamo dove volevamo essere in attacco».
Nel suo consueto programma radio del martedì il qb aveva dichiarato d’aver cercato troppo Antonio Brown, e di voler essere più paziente nel proseguo dell’anno. Il significato di “essere più paziente”? «penso consista nel prendere quello che concede la difesa- ha spiegato ieri- alcune volte credo di cercare troppo Antonio per la grande fiducia che c’è tra noi e per la sua bravura. Devo prendere quanto concede la difesa. Delle volte ci sono ragazzi che potrebbero smarcarsi se io non andassi rapidamente su Antonio. Devo resettarmi e prendere quello che ci regala la difesa. La miglior azione per noi, non il miglior ricevitore».
Nessun riferimento agli altri ricevitori. «È un fatto che riguarda me, non su altri. Devo essere migliore perché saremmo un miglior attacco se giocassi meglio. Avremmo vinto settimana scorsa se avessi giocato meglio. Quindi non è sul numero 2 o 3 tra i ricevitori, o sul definirsi di questi ruoli. Ruoteremo i ricevitori perché abbiamo tante armi e dobbiamo farlo. Devo essere più bravo a coinvolgere gli altri».
Ma il numero due a livello di ricevitori è Martavis Bryant? «penso di si, o almeno è quello che dice la depth chart giusto?» risponde Big Ben. E sul suo feeling con il compagno aggiunge «non siamo a livello che avevamo raggiunto ma penso fosse pronosticabile. Penso però che stiamo facendo dei miglioramenti e come detto tutto comincia da me». Un vero e proprio mantra quello de “il qb deve giocare meglio” ripetuto alla domanda riguardante i cambiamenti necessari all'attacco.

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