sabato 23 settembre 2017

L'importanza di Chris Hubbard il "tuttofare"

Quando domenica scorsa Chris Hubbard ha iniziato la gara come tight end bloccatore non avrebbe mai pensato d’avere un pomeriggio così impegnativo.
Al termine del 26-9 contro i Vikings infatti il ventiseienne avrebbe giocato infatti in altri due ruoli. Quando Alejandro Villanueva ha dovuto assentarsi per problemi allo stomaco ha coperto 21 snaps da left tackle, per poi giocare invece sul lato destro le ultime 15 azioni dopo lo stiramento di Marcus Gilbert. Un impiego non indifferente se al totale si aggiungono i 10 snaps nello special team.
Un coltellino svizzero per utilità e versatilità, ecco perché Villanueva lo descrive come «l’offensive line più completo della Nfl» e Maurkice Pouncey come «magnifico».
Domenica avrà ancora più spazio vista l’indisponibilità di Gilbert. «Mi farò trovare pronto» aveva detto il giocatore al quarto anno prodotto di Alabama-Birmingham, già starter in tre gare dello scorso anno dopo l’infortunio alla caviglia dello stesso Gilbert aveva trovato molto spazio nella seconda metà dell’ultima stagione come tight end aggiunto.
«La cosa più impressionante è la sua abilità in ogni posizione- spiega Villanueva- è un giocatore preparatissimo. Vede tutti i blocchi, è veramente fondamentale, questo lo rende un giocatore sempre pronto all’uso».
Firmato come undrafted free agent Hubbard non era mai partito da starter nelle prime tre stagioni a Pittsburgh. Sarà free agent al termine dell’anno dopo aver firmato un annuale da poco più di 1,7 milioni di dollari per questa, prima volta con guadagno a sette cifre.
«Sono molto fiducioso nelle sue capacità in tutte le posizioni che gioca- ha dichiarato su di lui coach Mike Tomlin- è anche un buon centro, o avete già visto in preseason, e ovviamente un tight end aggiunto per alcune situazioni. È semplicemente una buona cosa per noi avere gente come Hubb».
Superiore a quella di molti altri giocatori è la fase di studio dei filmati, si diverte ad imparare ogni sfumatura delle posizioni che copre e le debolezze degli avversari. «Faccio scout tutto il tempo- spiega il diretto interessato- potrei giocate tight end, guardia o tackle, perfino centro. Così cerco di vedere il più possibile della defensive line avversaria».
Impossibile tralasciare anche l’allenamento che per un buon lavoro di linea significa ripetizioni che portano alla coesione necessaria. Hubbard gioca solitamente tackle ma passa interno quando ricopre il suo ruolo nello scout team. «Provo a prepararmi per tutto» ecco la differenza dagli altri uomini di linea a cui è richiesto un solo ruolo. «È un ragazzo responsabile che prende il suo lavoro seriamente- racconta Pouncey- quando hai gente come lui che può entrare in gara e coprire molti ruolo ti rende più facile la gestione dell’incontro».

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