domenica 28 dicembre 2014

Troy Polamalu una vita vissuta un giorno alla volta

Il grigio ne è la prova. Lo si può notare nella barba e nei capelli che ancora oggi lo rendono riconoscibile in campo e che gli sono valsi anni di spot per una nota marca di shampoo. Troy Polamalu non è più la giovane safety dominante di un tempo.
La gara di oggi con i Bengals potrebbe così essere l'ultima sfida che giocherà all'Heinz Field la sua casa Nfl.
Troy non ha mai confermato i suoi piani di ritiro. «E' dura parlare "in anni" quando hai vissuto sempre un giorno alla volta- ha spiegato Polamalu- è questo che più di ogni cosa mi ha insegnato il football nel corso delle stagioni. Chiunque abbia mai provato a fare qualche progetto con me se n'è accorto. Non sono uno che programma una cena due settimane prima, vivo alla giornata. Non pianifico nemmeno la prossima settimana di playoff perché non so cosa succederà questo weekend. Rispetto il tempo. Rispetto abbastanza la vita da non fare certi piani».
Polamalu ha trentatré anni. è al termine della sua dodicesima stagione nella lega, quest'anno ha saltato tre gare per problemi ad un ginocchio che lo mettono in forse anche per la gara di stasera coi Bengals.
«Ci sono spetti del mio gioco- prosegue la safety- su cui non posso più contare. Non sono più attivo o resistente ai contatti come un tempo».
Ma non è triste per il poco football che ancora gli rimane da giocare. «L'invecchiare all'interno del gioco è stupendo. E' la sua evoluzione, la lotta spirituale che c'è dentro. Tutto ciò è meraviglioso e stupendo, ci scherzo sopra qualche volta in partita. Dico "lo sai, quattro anni fa sarei stato ovunque, in ogni azione". Ma ci sarei stato veramente? Non lo so. Forse fisicamente. ma non so quanto mentalmente. Sarei stato al posto giusto? in termini di comprensione del gioco sono ad un punto che non ho mai raggiunto precedentemente».
Polamalu ha raggiunto otto volte il Pro Bowl ed è stato nominato Nfl defensive player nel 2010. Da tutti è riconosciuto per la sua chioma che esce dal casco e fluttua in aria quando corre per il campo. Sarà ricordato per sempre come uno dei più grandi Steelers di sempre.
Ma a riguardo Troy è semplicemente impassibile. «Giorni fa mio zio mi ha mandato un messaggio riguardante la mia eredità. Nella mia testa è girata una domanda: eredità? ma a chi veramente importa? a me non interessa come sarò ricordato o se sarò ricordato. Credo che le cose importanti della mia vita saranno quelle che trasmetterò ai miei figli. Questo è quello che importa. Quello che potrò trasmettere a chi vorrà ascoltarmi».

HALL OF FAME? IL RICONOSCIMENTO MASSIMO E' IL SUPERBOWL
Polamalu dice di non aver mai giocato per soldi nonostante abbia fatto i milioni. «Non so nemmeno quanti ne ho fatti. Non ho mai guardato gli assegni». Aggiunge di non aver mai giocato per la fama «Sono totalmente estraneo ad essa». Dice di non aver mai letto articoli o guardato programmi riguardanti gli Steelers. «Non è così difficile se trovi un buono show da guardare durante tutta la stagione. Io ora sto seguendo "Homeland"». Giura perfino di non essere al corrente del numero delle sue convocazioni al Pro Bowl e che non gli interessa se entrerà a far parte dell'Hall of Fame. «Per me non è il più grande riconoscimento, lo è vincere un Super Bowl».
Racconta che è perfino difficile capire sua un giocatore di football guardando la sua casa, pare infatti non ci sia nulla riguardante la sua carriera.

IN CAMPO PER ESSERE UN ESEMPIO

Troy ha due figli Paisios e Ephraim e dice di giocare per loro. «Voglio andare la fuori e dare tutto, anche si tratti di sacrificar il proprio corpo. Quale miglior insegnamento potrei dare ai miei figli? in qualsiasi cosa tu voglia fare nella tua vita sia questa piccola o grande devi dare tutto. Mia moglie capisce questo di me, metto passione in tutto. Mi impegno nel mio matrimonio quanto lo faccio per i miei compagni di squadra o quanto lo faccia nella fede».
In questo ha trovato terreno fertile in Nfl, una lega dove devi dare tutto e sempre per sopravvivere. Ma sa benissimo che il suo modo di giocare è spesso portatore di infortuni e guai fisici che potrebbero comportare seri problemi di salute più avanti.
«Prima di ogni gara dico a mia moglie che l'amo e di dire ai nostri figli quanto li amo, perché entro in campo come se fosse la mia ultima partita. Sappiamo che potremmo infortunarci e non c'è niente che ci potrà rendere più forti una volta invecchiati. Non siamo la fuori per allungare la nostra vita. Ma voglio comunque essere un buon padre, e parte di questo e far vedere che mi alzo e lavoro duro ogni giorno, e quando sono in campo do tutto sapendo che il giorno dopo soffrirò per questo. Per me questa è una lezione che non ha prezzo».
Polamalu ammette di provare paura ed insicurezza prima di ogni incontro ma di chiedersi se questa cosa non gli mancherà una volta abbandonato il campo. «Me lo sono chiesto spesso non solo negli ultimi anni ma durante tutta la carriera». Ovviamente ha imparato a gestire questa paura anche attraverso gli infortuni subiti.
Polamalu è poi uno di quei giocatori che non si dice contrario ad una carriera Nfl. Molti suoi colleghi invece si sono detti contrari per via degli infortuni connessi commozioni cerebrali in primis. «Non capisco come possano dirlo. Dopo tutto quello che questo sport ha fato per loro in termini materiali e spirituali. Ci sono molti insegnamenti che ti da il football e non puoi ricevere da nessun'altro aspetto della nostra vita».

IL SEGRETO DEGLI STEELERS SECONDO TROY
Polamalu spiega infine quello che rappresenta la franchigia degli Steelers. «La forza di questa organizzazione è lo spogliatoio. Noi non vinciamo con il talento ma con il cameratismo, con la forza di cinquantatré che diventano un solo uomo. Ecco la forza della nostra organizzazione. E' stato tramandato fin dagli anni 70».
Troy ha poi spiegato coMe l'attuale spogliatoio sia più forte di quello delle ultime due stagioni, concluse entrambe con un record di 8-8,
Ma come detto Troy Polamalu ha un solo obbiettivo: avere nuovi e importanti ricordi da tramandare.



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