Ormai i martedì di Mike Tomlin hanno una sola routine,
una conferenza in cui deve gestire il caso scottante della settimana. Quest’oggi
la tematica porta il nome di Martavis Bryant, il giocatore infatti non gradisce
l’utilizzo che ha nell’attacco di Pittsburgh e da due settimane non ne fa
mistero.
Dopo la vittoria con Cincinnati ecco che puntuale arriva
un commento, puntualmente cancellato, in cui si dice superiore a JuJu Smith-Schuster
ma mal utilizzato.
In un’intervista con la giornalista Espn Josina Anderson
il giocatore ha dichiarato «voglio solo essere felice, che sia qui o che sia da
qualche altra parte. Voglio solo contribuire e dare il mio apporto. Voglio solo
essere il miglior giocatore che posso e voglio avere la possibilità d’essere
cosi'. Se non é qui allora, cosi ' sia, sara ' da qualche altra parte. Ma,
vorrei che fosse qui, ma se no, allora va bene. Devo solo andare avanti».
Bryant ha poi aggiunto di non dover andare da un’altra
parte per esplodere «no, sono cresciuto qui due anni fa. Non sento di dover
andare altrove ma per come stanno andando le cose potrei doverlo fare».
Per Bryant la ricetta per trovare il punto di svolta a
Pittsburgh è «sedermi e parlare con i miei allenatori, devo veramente
incontrarli e capire cosa vogliono fare».
Sul suo rapporto con l’head coach Mike Tomlin ha
raccontato «io ed il coach parliamo sempre, ma non abbiamo parlato di questo
perché l'ho tenuto dentro e non ho detto niente a nessuno. Me lo sono tenuto
per me e ho parlato con il coach di reparto ogni tanto, ma continua a
succedere. Voglio dire, sono un giocatore di squadra. Non sto cercando di
essere egoista, perché non sono egoista, è solo che voglio essere un fattore e
voglio essere il miglior giocatore che posso essere. Non mi piace quando tutti
dicono che è come se fossi ancora una rookie, perché non sono più una recluta ora».
Bryant ne parlerà con gli allenatori mercoledì al suo
rientro agli allenamenti. Se il giocatore non si sentisse maggiormente parte
dell’attacco si prenderà una pausa e starà con la sua famiglia. «Se non cercheranno
di includermi di più e continueranno così, allora voglio andare. Amo la mia
squadra. Io amo i miei compagni. Mi piace stare qui. Amo la città, ma ho una
famiglia e tutto quello che è importante ora è prendersi cura della mia
famiglia».
Se non arrivasse il trattamento desiderato il giocatore s’è
detto pronto a chiedere la trade ufficialmente, non fosse accontentato
attenderebbe la scadenza dell’attuale contratto (al termine della prossima
stagioe).
Come affronterà Mike Tomlin l’argometo? Possiamo solo
attendere per scoprirlo. Di certo il primo snap offensivo di domenica ha visto
chiamata una reverse per colui che ora chiede maggior spazio in quello che non
sente il “suo” attacco, si troverà una soluzione?
Nessun commento:
Posta un commento