Riassunto della conferenza in vista della terza gara stagionale, la trasferta di Chicago .
JAMES HARRISON
Quando T.J. Watt ha lasciato il campo nella gara
contro i Vikings a sostituirlo è stato Anthony Chickillo, nessuno spazio per James
Harrison. Non poteva che venir chiesta la motivazione dietro questa scelta
vista l’importanza che ha avuto Deebo a Pittsburgh. «Sta scendendo lui o stanno
salendo gli altri? Bud (Dupree ndr) ha saltato la prima gara e Chickillo ha
messo a segno due sacks. Devi considerare il suo contributo. T.J. s’è fatto
male la scorsa settimana e volevamo mandare là fuori il più caldo. Tutti
apprezzano James e sanno quello che può dare. James si terrà pronto e ci sarà
un momento della stagione in cui sarà chiamato in causa».
INJURY REPORT
Marcus Gilbert è alle prese on uno stiramento e potrebbe
essere costretto ad un lavoro limitato soprattutto ad inizio settimana.
Discorso simile per Jesse James alle prese però con un problema alla caviglia. Vance
McDonald ha saltato l’ultima gara per guai alla schiena ma dovrebbe poter
allenarsi regolarmente in settimana e tornare in campo. Tomlin ha dichiarato
che tutti i sei giocatori inseriti nell’injury report hanno chance per giocare
a Chicago, compresi quindi Stephon Tuitt e J.J. Wilcox.
MIKE HILTON
All’head coach di Pittsburgh è stato chiesto anche del
percorso che ha portato Mike Hilton a trovare spazio nella difesa degli Steelers.
«Ha
fatto delle giocate. Non cerchiamo di analizzare troppo la cosa, noi cerchiamo
di mettere i giocatori di fare le giuste giocate e quando lo fanno. Sappiamo
che lui è uno di quelli che ha seguito in particolare questo processo. Ha fatto
molte giocate che gli erano richieste e per questo è emerso dal gruppo».
ATTACCO GRAZIATO E SBILANCIATO?
Dubbi anche sull’effettiva efficacia dell’attacco di Pittsburgh. I
cronisti hanno infatti chiesto delle penalità di cui secondo loro s’è giovato. «Dite
che il nostro attacco si sia basato sulle penalità- ha spiefato Tomlin- ma le
nostre splash plays non sono andate a buon fine proprio per queste penalità.
Quando il dieci (Martavis Bryant ndr) corre davanti a qualcuno se non gli
saltano sulla schiena lui andrà a ricevere e segnare. Potete definire questa
situazione come preferite. La realtà è che ci siamo trovati in qualche
situazione di 3&lungo, in week uno lo eravamo per le penalità, è stato così
anche domenica ma meno volte».
Sempre riguardo il proprio il suo attacco Tomlin ha dovuto
rispondere riguardo le volte in cui il proprio qb ha cercato il profondo.
Quattro in week 1 ritenute poche, dieci volte coi Vikings ritenute troppe da
molti fans. Scelta del coaching staff o aggiustamento alla difesa che proponevano
gli avversari? «È sempre un misto delle due cose. Non vogliamo concedere di
giocare sulla linea di scrimmage senza allungare le difese e non vogliamo
concedere il man to man senza allungare gli avversari. Vogliamo costringerli a
difendere tutto il campo, orizzontalmente e verticalmente. Questa è la nostra
mentalità. Ma è anche collegate alle decisioni prendono gli avversari. Loro (i
Vikings) hanno dei top conrerbacks, gente da primo giro con gran contratti, il
gioco è andato come doveva andare».
I BEARS
In vista della prossima gara, la trasferta di Chicago, Tomlin haparlato del qb che si troverà di fronte. Quel Mike Glennon capace nel 2014 dibattere con una Tampa, dal record di 0-3, gli Steelers a domicilio. Per lui una
gara da 302 yards e td vincente allo scadere. «Rispetto molto il suo talento-
ha dichiarato in conferenza il coach- so perché l’hanno preso. Ha doti fisiche
che non puoi allenare, è statuario, il che gli permette un’ottima visione del
campo. Può lanciare dove vuole in campo. È un velocizzatore, ve ne accorgete
guardando i filmati. Spesso lancia prima che i ricevitori abbiano fatto i loro
tagli, questi lanci sono difficili da difendere e permettono di evitare la pressione.
Immagino sia anche migliorato rispetto al 2014».
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