domenica 29 gennaio 2012

L'addio di Hoke il back up dal cuore starter

Chris Hoke è sempre stato un giocatore che metteva in campo la sua passione, è stato passionale anche nella conferenza in cui pochi giorni fa annunciava il suo ritiro.
“Ho parlato con voi (giornalisti ndr) tante volte e questa è la prima in cui mi sento nervoso. Quando sono venuto qui undici anni fa  come undrafted free agent avevo molti sogni, ma mai avrei pensato di essermi ritrovato qui a parlarvi undici anni dopo”.
Hoke è stato costretto al ritiro da un infortunio al collo, proprio quando le condizioni del compagno Hampton lo avevano promosso a starter.
Non mi sono mai fatto veramente male in dieci anni solo qualche problemino qua e la. Ho avuto però un paio di brutti infortuni in questa stagione e ciò mi ha fatto mettere tutto nella giusta prospettiva. Il Signore del piano di sopra mi stava parlando, era tempo di guardare avanti. Ho pensato a  mia moglie e a miei figli a cosa fosse importante. Sto invecchiando. Ho giocato undici grandi stagioni in una fantastica organizzazione e ora è tempo di andare avanti”.
Chris Hoke non ha rimpianti. “Credo che tutto accada per un motivo ma sono contento di come sono sceso in campo. Ho dato tutto quello che avevo per questo gioco , non ho rimpianti”.
L'ex nose takle di Pittsburgh ha espresso gratitudine a chi lo aiutato in questi anni , la famiglia Rooney , i compagni di squadra, i coach Cowher e Tomlin.
“La sensazione di famiglia e di insieme è talmente tanta in questo spogliatoio che lo rendono un posto speciale, nessun'altra organizzazione è così”.
Quando poi Hoke ha iniziato a parlare del defensive line coach John Mitchell ha dovuto prendersi una pausa e raccogliere i suoi pensieri. “Coach John Mitchell, wow, che uomo incredibile. Non è solo una grande persona ma anche un grande coach. Ha avuto un ruolo importante su di me non solo in campo ma anche nella vita. E' stato fantastico”.
Chris è entrato negli Steelers come undrafted free agent nel 2001, anno in cui Pittsburgh spese la prima scelta per il nose takle Casey Hampton
“In quel momento il mio sogno era entrare a far parte della squadra, esser in questa organizzazione essere in Nfl. Guardando indietro essere stato parte di tre Super Bowl, aver vinto due anelli, le amicizie che ho fatto, le stagioni vincenti che abbiamo fatto. Essere stato parte di questo è stato incredibile”.
Nella sua carriera Chris è sempre stato il back up di Hampton e lo ha sostituito diciotto volte con un record da starter di 17-1.
Non saranno certo i numeri a spiegarvi l'importanza di Hoke per Pitsburgh, ha infatti chiuso le sue undici stagioni in Nfl con 83 tackles, 2 sacks e un fumble recuperato. L'importanza di Hoke a Pittsburgh era sapere che se ci fosse satto bisogno per uno, due snaps come per un intera partita il numero 78 sarebbe entrato a dare tutto quello che aveva.




FUTURO SULLA SIDELINE?
“Lui significa molto per me- ha dichiarato Brett Keisel che per l'occasione indossava una maglietta di Brigham Young , la scuola che ha visto formarsi lui e Hoke- lui prendeva il suo lavoro sul serio e scendeva in campo a lavorare duramente ogni giorno. Tutti quelli che gli sono stati attorno l'hanno visto. Ci sarà un grosso buco nella defensive line room senza di lui.
Ha avuto una rande carriera, è un grande uomo, un grande agonista, una grande ragione epr cui abbiamo vinto due Super Bowl”.
Keisel, Hampton e Aaron Smith erano presenti alla conferenza stampa, a testimoniare il forte legame che c'è tra i veterani di linea difensiva.
A hoek mancherà staer intorno ai suoi ex compagni ma nel futuro i potrebbero aprire possibilità nei media oppure iniziare un percorso come coach.


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