La prima scelta della giornata conclusiva del Draft 2020
ha visto Pittsburgh inserire un nuovo elemento nel proprio reparto runningback.
La prima pick del quarto round (124° assoluta) è stato Anthony McFarland Jr (foto) da Maryland. Giocatore a cui non manca velocità e
capacità s’essere un fattore come ricevitore. Il punto debole? Deve migliorare
e molto in protezione. Pittsburgh come lo scorso anno pesca nella stessa zona
un giocatore che possa fungere da assicurazione qualora James Conner avesse
problemi fisici. La passata stagione alla 122° arrivò Benny Snell.
L’altra scelta del giro è stata spesa per la linea d’attacco.
Con la 135° assoluta è infatti arrivato l’ex Louisiana Kevin Dotson. Una guardia
che nei report pre Draft veniva descritto come poco atletico e quindi limitato
negli spazi e “al secondo” ma ottimo nel bloccare sulle corse. Alex
Kozora di steelersdepot di lui ha scritto: «Se drafti Dotson lo fai per quello
che può fare nel gioco di corsa. Può essere uno dei linemen interni più forti di
quest’annata». Al giocatore non manca di certo il carattere e la convinzione nei
propri mezzi visto che è noto per un trash talk molto particolare: avvisa l’avversario
del gioco che sta per mettere in pratica per annichilirlo psicologicamente
quando lo stesso non riesce a fermarlo. Pittsburgh doveva fare qualcosa dopo gli
adii di Ramon Foster e B.J. Finney, il neoarrivato pare un ottimo innesto.
Pittsburgh aveva poi una scelta al sesto giro, la 198°
assoluta. La decisione è stata di optare per un altro ex Maryland: Antoine Brooks Jr. Safety ma
giocatore ibrido che potrebbe vedere uno sviluppo da linebacker situazionale.
Il suo punto di forza è infatti la fisicità e la sua capacità di eludere i
blocchi; pecca, e dovrà trovare il modo di potere restare in campo tra i
professionisti, in copertura, specie quella a uomo ed in genere sul profondo.
Di certo può trovare da subito un ruolo negli special team.
Carlos
Davies da Nerbraska chiude il Draft di Pittsburgh. Un uomo di linea difensiva
cui verrà offerta la possibilità di confermare i progressi dimostrati nel suo
ultimo anno al college. È defensive
end che potrebbe venire sfruttato come tackle tra i pro. Non ci si aspetta certo un impatto immediato,
una scommessa che potrebbe pagare alla lunga. Il giocatore non ha un grande
allungo di braccia e questo lo penalizza, come del resto non pare abbia una
reattività capace di metterlo nella miglior posizione: il suo punto di forza è
però nel restare sempre in movimento e poter diventare un fattore contro una
linea offensiva costretta a prendere tempo.
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