Giovedì all’età di 84 anni ci ha lasciati Dan Rooney,
colui che con gli Steelers, subentrando al padre che li aveva fondati, è
divenuto uno dei proprietari più importanti della storia della Nfl. Col suo
approdo al timone sul finire degli anni ’60 Pittsburgh s’è trasformata da perdente
a una dinastia in un decennio.
E’ stato anche un fattore anche nella storia del gioco, sono
ben tre i commisioner che lo hanno voluto come consigliere. S’è fortemente
battuto per i coach delle “minors” ed oggi ogni squadra che deve cercare un
nuovo allenatore ha l’obbligo di avere un colloquio con un coach di quel tipo
per una regola che porta proprio il suo cognome, l’ultimo titolo vinto è
arrivato proprio grazie al quel Mike scelto grazie a questo cambiamento. Il suo
spessore lo ha portato ad essere insignito del titolo di ambasciatore americano
in Irlanda a due settimane dal divenire settantasettenne.
«Dan ha sempre mostrato umiltà- dirà di lui Joe Greene introducendolo
nell’Hall of Fame nel 2000- quando le cose vanno come pianificato sta nelle
retrovie, quando le cose non vanno è in prima fila».
Di lui invece ha dichiarato Bill Cowher «era come un padre, un amico ed un mentore. Era uno del popolo e non ha mai dimenticato da dove provenisse. Lui incarnava Pittsburgh, gran lavoratore, umile e pratico. Diceva le cose come stavano. Questo era e questa è Pittsburgh».
Il general manager della squadra Kevin Colbert ha
raccontato «potevi parlarci tutto il giorno senza capire cosa avesse in mente, non
solo a livello di Pittsburgh ma del gioco. Penso questo fosse perché era sempre
interessato a tutti e riusciva a trattare tutti allo stesso modo. Aveva una
grandissima comprensione del gioco e degli Steelers».
Ufficialmente subentrò ad Art Rooney Sr nel 1975, ma il
padre gli aveva lasciato il controllo della squadra da una decade, ribaltando
la storia di una franchigia che dalla nascita nel 1933 aveva avuto poche gioie.
La prima svolta arrivò con l’assunzione di Chuck Noll nel 1969 dopo il rifiuto della prima scelta Joe Paterno. Con piena fiducia nelle scelte del nuovo coach rimodellò con lui il roster portandolo ai quattro Super Bowl degli anni ’70.
Gli anni ’80 non furono difficili solo sul campo, con i
play off saltati ben 6 volte, Rooney affrontò anche due scioperi dei giocatori
Nfl e la concorrenza del competitor United States Football League. La squadra
riemerse nei primi anni ’90 grazie ad un nuovo coach Bill Cowher, subentrato al ritirato Noll nel 1992. Soto la
guida nel nuovo coach la squadra ritrovò i play off per sei stagioni
consecutive raggiungendo tre finali Afc ed un Super Bowl.
Nel 1989 ci fú la serie
possibilità per Rooney di divenire il commissioner, lui preferì continuare a
guidare la sua franchigia. Non avrà mai la guida della lega ma costruirà
rapporti saldi con chi era chiamato a farlo. Pete Rozelle prima, Paul Tagliabue
poi ed indine Roger Goodell.
Inizialmente contrario
al mercato dei free agents sarà dopo l’instaurazione di quest’ultimo nel 1993,
ci vorrà anche una sentenza del tribunale, che tornerà con Pittsburgh sul tetto
del mondo nel 2005 e 2008.
Con l’introduzione
nella Hall of Fame di Dan i Rooney sono la seconda coppia padre-figlio ad
essere insieme a Canton.
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