Essere scelto al sesto giro del draft, far parte degli
ultimi tagli del roster, venire inserito ventiquattrore dopo nella practice squad
ed infine essere il backup di una ex prima scelta nell’ultima gara interna con
Cleveland. Il tutto in tre mesi.
Chi è il protagonista di questo percorso? Anthony
Chickillo che nell’ultimo incontro era la riserva di Jarvis Jones.
Certo il rookie non ha certo lasciato un segno nel
tabellino ma ha certo guadagnato esperienza e fiducia.
«Imparo un sacco ogni settimana e voglio continuare a
migliorare» spiega il linebacker che ha perso quasi venti chili dal suo approdo
nella lega «non ho giocato negli special team al college e non devo sprecare
quest’opportunità».
La priorità aggiunge poi Chickillo è quella di imparare
il più possibile dal suo coach di reparto Joey Porter e dai veterani. «In
questo momento- spiega il giocatore- non sono minimamente vicino al livello cui
voglio arrivare ed arriverò».
Per ora è già andato oltre le aspettative realizzando il
sogno di entrare in campo contro Cleveland.
«Tutto era velocissimo perché la velocità è diversa, non
giocavo in difesa dall’ultima gara di preseason così cercavo di mettermi sui
quei livelli. Era qualcosa che sognavo fin da piccolo, tutti dicevano che era
troppo sognare la Nfl e che le probabilità erano pochissime».
Probabilità che di certo parevano diminuite a settembre
quando entrò negli ultimi tagli fallendo l’ingresso iniziale nel roster dei 53.
Poi la firma per la practice squad, «lì ho imparato molto
sulla difesa ma mi veniva richiesto di giocare una posizione diversa da quella
del college».
Chickillo infatti è stato per 47 volte uno starter a
defensive end per l’università di Miami e con l’aiuto ed i consigli di James
Harrison è tornato a giocare un ruolo che non giocava dall’high school.
«Guardavo James Harrison giocare fin da ragazzo. Lo
conoscono tutti prima di entrare in questo spogliatoio. Mi ricordo che lo
guardavo giocare alle elementari. Sto sempre ad ascoltarlo quando dispensa
consigli, voglio solo imparare da lui».
Ed Harrison, che conta di tornare in campo dopo lo stop
di una settimana per problemi ad un ginocchio, cosa dice del suo compagno?
«Sta facendo un buon lavoro e meritava di entrare in
campo- spiega il veterano- vedremo cosa farà quando avrà più spazio e più
esperienza».
Intanto il rookie si dice contento di aver ritrovato il
piacere di giocare a football «a Miami- conclude infatti- l’unica cosa di cui
si preoccupavano era che mettessi su peso mi avevano portato via la rapidità. E’
come se gli Steelers mi avessero ridato qualcosa che avevo perso».
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