Coach Mike Tomlin è tornato ieri, durante un intervista all'emittente televisiva di Pittsburgh KDKA, sulla polemica scatenata da Rashard Mendenhall con alcuni post su twitter riguardanti la morte di Osama Bin Laden.
“Non avrebbe dovuto rilasciare quei commenti- ha dichiarato Tomlin che causa il lock out vigente non può parlare coi suoi giocatori- certo c'è la libertà di parola, e lui è un ragazzo giovane che ha il diritto d'avere una sua opinione. Ma spesso questi ragazzi devono capire la loro posizione e l'influenza che possono avere le loro parole”.
Tomlin ha poi aggiunto “credo che non fosse (riferito a Mendenhall ndr) cosciente di quanto potessero essere pesanti le sue parole o la sua posizione su quel tema. Credo che i giovani atleti debbano continuamente essere educati a cosa può accadergli , e questo è un esempio”.
L'allenatore degli Steelers sottolinea poi un argomento finora trascurato.”Lui aveva solo dodici anni quell'undici settembre, non potendo sapere cos'era la vita in America prima dell'attacco non sa quanto l'America sia cambiata”.
Rashard Mendenhall due giorni dopo lo scoppio della polemica aveva rilasciato una rettifica in cui aveva spiegato di non voler sembrare un anti americano o un filo terrorista. Questo non l'ha salvato da una tirata d'orecchi da parte da alcuni compagni di squadra e la rescissione del contratto di sponsorizzazione che aveva con la Champion.
TOMLIN SULLE STEELERS RULES
Mike Tomlin è stato interpellato sull'argomento caldo in casa Pittsburgh, le “Steelers rules”.
“A volte, ad essere onesti, fatico a comprendere perchè siamo noi in prima linea. Noi giochiamo a footbal come gli altri. Noi proviamo a vincere la domenica giocando all'interno delle regole e se queste cambiano ci adeguiamo come tutti”.
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